Cosa ha imparato l'Abruzzo dal Vinitaly 2018

Cosa ha imparato l'Abruzzo dal Vinitaly 2018

I numeri del Vinitaly diventano sempre più importanti, anno dopo anno. Nel 2018 sono stati oltre 128.000 i visitatori arrivati da 142 paesi (oltre il 70% degli stati del mondo) e l’Abruzzo ha giocato un ruolo da protagonista, complici anche i festeggiamenti per i 50 anni del riconoscimento della DOC Montepulciano d’Abruzzo. Le nostre aziende non si sono fatte certo trovare impreparate: 101 realtà hanno partecipato alla manifestazione facendo degustare e raccontando oltre 400 etichette. Ma oltre ai tanti riconoscimenti, medaglie e premi che come ogni anno ci siamo riportati a casa, quali sono gli importanti insegnamenti che questo Vinitaly 2018 ha lasciato alla nostra terra?

Vendere Vino è esportare

Il primo è un segreto di Pulcinella: per vincere e vivere la competizione interna, esterna e con i grandi paesi esteri esportatori di vino (Francia, Spagna, ma anche Cile, Sud Africa e Nuova Zelanda) dobbiamo rivolgere il nostro sguardo oltre i nostri confini. Due i grandi mercati (uno enorme, l’altro pure) e due gli oceani da superare, per arrivare in Asia e nel continente americano. Se il mercato di vini fermi e bollicine cresce ritornando a livelli pre-crisi lo si deve a Cina, Hong Kong, affiancata agli storici importatori USA, Germania, Canada e Olanda. La crescita della Cina negli ultimi 10 anni è “storica” e senza precedenti. L’Italia è il secondo esportatore mondiale preceduta dalla Francia e seguiti dalla Spagna: c’è ancora tanto lavoro da fare, ma anche tanto da guadagnare!

 

 

 

 

 

 

Vendere Vino è raccontare Storie

Vendere Vino è arte, turismo, storia, gastronomia. Sono veramente tanti i progetti portati avanti da cantine, associazioni, privati ed aziende intente a “raccontare” più che “spiegare” il nostro vino all’estero attraverso il nostro territorio. D’altronde i dati sono confermati dalle parole di Marco Magnocavallo, 45 anni, AD di Tannico: “Vendiamo da pochi mesi in venti Paesi. E sa una cosa? Il consumatore straniero cerca soprattutto i vini del Garda, della Puglia, della Sicilia che ha assaggiato in vacanza. Siamo gli ambasciatori del vino italiano nel mondo“. Perchè manca l’Abruzzo in questo elenco? Perchè c’è ancora molto da lavorare sull’attrattività del nostro territorio a livello internazionale, anche se i segnali positivi e di cambiamento nell’ultimo periodo sono aumentati. Bene allora la tutela e la promozione del nostro territorio e delle nostre tipicità ma più che raccontarcele, dobbiamo, anche queste, esportarle.

Vendere Vino è Social, Millenials e Donna

…ma sopratutto, vendere vino online è approcciarsi con la generazione Y dei Millenials, composta per una buona fetta dal pubblico femminile e contraddistinta da scelte anticonvenzionali, fuori dal comune, razionali e critiche, che non vedono più nell’awareness di un marchio o di un prodotto un fattore determinante nella loro scelta ma anzi preferiscono associare le loro decisioni al proprio gusto personale, alle esperienze, alle tipicità ed alle unicità esclusive: dove non arriva la conoscenza e la comprensione del vino, arriva la curiosità di provare. E’ una buona notizia per il mercato vinicolo dell’Abruzzo che, dovendo recuperare terreno rispetto ad altre regioni ma essendo pieno di qualità, tradizioni e innovazioni (basti pensare alle potenzialità dei vitigni autoctoni passerina, pecorino e cococciola per i vini fermi e per le bollicine) può costruire offerte agili, moderne e accattivanti. Incontriamo questa generazione online, su Instagram, sui grandi portali di e-commerce, non in enoteca o nei ristoranti stellati.

Vendere Vino è Innovazione

Ci sarebbero mille altri approfondimenti e commenti da trattare, una manifestazione così importante ed un territorio ricco di specificità come quello abruzzese non possono essere rinchiuse in un articolo. Ci sarebbe da citare l’attenzione al biologico ed alla sostenibilità (altro argomento fortemente importante per conquistare le nuove generazioni), l’attenzione al packaging ed alle nuove forme di “comunicazione” del vino, la riscoperta di antiche tradizioni come il vino in anfora e orange wine, così moderni come antichi e tradizionali. Mettiamola così: c’è ancora così tanta carne al fuoco (magari da accompagnare con un bel calice di Montepulciano d’Abruzzo) da far ben sperare nel prossimo futuro.

Fonti:

  • L’Abruzzo nel Calice – il Centro Spa
  • www.winebynumbers.it
  • “Vino in Cifre” – Il Corriere Vinicolo del 15 Gennaio 2018
  • “Wine by Numbers” – Unionie Italiana Vini Maggio 2018

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